martedì 25 luglio 2017

A proposito di 25 luglio

   Tutti conoscono Gerhardt Rohlfs come esimio etnologo e linguista, filologo ed autore di vocabolari dei dialetti e delle alloglossie italiane, soprattutto di quelle grecaniche, ma pochi —se non nessuno— sanno che fu anche un nazista modello, informatore della GESTAPO specializzato in cose italiane, persona che odiava profondamente il popolo che parlava ancora dialetti di lingue classiche ritenute morte che lui studiava con tanta passione. Forse  Rohlfs era spinto dal fatto che invidiava gli italiani, ritenuti inferiori perché troppo cattolici, ma i quali avevano una lingua comune sin dai tempi della Divina Commendia, mentre lui si doveva accontentare di un creolo inventato da un megalomane monaco agostiniano alcolizzato, con la quale solamente Goethe e pochi altri moderni erano riusciti a dare prove di valore letterario.
Gerhard Rohlfs (da Wikipedia)
   Ho fatto questa premessa fuori dalle righe, perché non riesco a rendere con la mia traduzione il profondo odio anti-italiano che trasuda dal testo che mi accingo a tradurre, un rapporto sui fatti del 25 luglio inviato al RSHA (Reichs Sicherheits Haupt Amt - Ufficio centrale per la sicurezza nazista) da Monaco il 30 settembre 1943 da parte di Rohlfs:

"(…) In merito agli eventi del 19. 7. (primo bombardamento di Roma, il quale causò la prima critica virulenta avverso Mussolini) fino al 23.7. (Riunione del Gran Consiglio del Fascismo) e del 25.7. (Rovesciamento del governo del Duce) non posso dare relazione da testimone oculare, dato che sono stato di ritorno a Roma solamente il 6.8. per potermi rendere conto personalmente. Ad ogni modo ho raccolto numerose testimonianze attendibili. Mi permetto di rammentare alcune mie dichiarazioni contenute nel mio primo rapporto, credo del 28.10.42., nel quale esplicai la mia opinione in merito al Partito fascista: "Sarebbe l'ora che in Germania ci si tolga l'abitudine, di ritenere che il partito fascista abbia un modo simile al nostro di vedere il mondo (n.d.t.: nell'originale: weltanschaulich ähnlich) come il Partito Nazionalsocialista in Germania. Il fascismo non è altro che una messa in scena (n.d.t.: nell'originale: Theaterspiel). Questa era più o meno la mia frase, ma gli originali sono andati tutti distrutti col fuoco durante la mia permanenza estiva in Germania. Questa mia tesi ha trovato perfetta conferma nella notte tra il 25 ed il 26 luglio. Non ho comunque mai attribuito agli italiani del carattere, ma che un intero popolo fosse capace di esprimere una completa mancanza di dignità a tal segno, tanto da cancellare nell'arco di 30 minuti 21 anni di sistema fascista, non l'avevo nemmeno ritenuto pensabile. Nella stessa Roma solamente una formazione di Camicie Nere, il Battaglione della Caserma Parioli, si è rifiutata per tre giorni di riconoscere il Governo Badoglio; la sera del terzo giorno si è riconosciuta l'inutilità della resistenza ed hanno dichiarato la propria fedeltà.
Nella suddetta notte tra il 25.7. soprattutto nelle strade principali, la Via Nazionale, il Corso Umberto etc. ha regnato la confusione ed è fuor di dubbio, che sin dall'inizio elementi comunisti avessero le mani in pasta. Ciò è dimostrato anche dalla furia distruttrice sfogata contro emblemi fascisti, enti del Partito ecc. Ma che però più in generale una parte preponderante della massa degli italiani avesse intimamente già chiuso con il sistema lo si è visto dal trattamento riservato ad oggetti di ricordo o insegne del Partito, distintivi, ritratti di Mussolini ed altri: nel giro di 10 minuti dopo la diffusione della notizia delle dimissioni -alle 11.00 di sera- la Via Nazionale era ricoperta da uno strato di 10 cm di ritratti, busti, medaglie, che volavano dalle finestre accompagnati da bestemmie ed improperi e bastò un'ora, per far sparire i fasci littori da tutte gli edifici pubblici e del Partito. Lungo il tratto ferroviario Roma - Brennero si poteva leggere almeno 500 volte "Viva il Duce" o cose simili, al mio ritorno il 5.8. non trovai più neanche una scritta.
(Documento originale inedito tratto dal "Archiv MV" di Praga, fondo RSHA)

   A questo nazista modello in Italia sono state intitolate strade e piazze. Non credo sia però necessario cancellare il suo nome. In Italia de minimis non curamus, e ci teniamo di Rohlfs solamente le cose buone, alla faccia del suo odio.
Ancora una nota finale: quando Rohlfs dice che dalle finestre volavano: "… ritratti di Mussolini ed altri", tra questi "altri" c'era anche Hitler, ma non ebbe evidentemente il coraggio di metterlo nero su bianco.