mercoledì 28 luglio 2021

Il fantastico mondo dei virus e dei vaccini

Se ricordo bene quello che mi fu insegnato a scuola tanti anni fa in merito all'opera di Edward Jenner ed il suo vaccino contro il vaiolo, mi sembra di capire che sta succedendo qualcosa di veramente strano.
  La vaccinazione, ad ogni modo, non è una pratica medica europea inventata nel XVIII secolo, ma era già ben nota da tempo nelle pratiche mediche orientali, tanto che la descrizione più antica che si conosca si trova già in testi medici sanscriti (Wujastyk D (1995). "Medicine in India". Oriental Medicine: An Illustrated Guide to the Asian Arts of Healing. London: Serindia Publications. pp. 19–38, 29. ISBN 0-906026-36-9.). Durante la dinastia Ming in Cina la vaccinazione era ampiamente praticata e tramite la compagnia delle Indie questa tecnica giunse in Inghilterra agli inizi del settecento (Silverstein AM (2009). A History of Immunology (2nd ed.). Academic Press. p. 293. ISBN 978-0-08-091946-1.). Nel caso del vaccino contro il vaiolo la procedura era molto semplice: usando materiale biologico estratto dalle ulcere del vaiolo delle vacche, causato da un virus molto simile a quello mortale per l'uomo —in pratica una variante—, si provocava il sistema immunitario del soggetto, il quale non solo produceva anticorpi in seguito all'inoculazione, ma anche in futuro, nel caso in cui fosse infettato dal virus del vaiolo, quello mortale. Il sistema immunitario avrebbe riconosciuto il tipo di virus, annientandolo, senza andare troppo per il sottile se fosse quello attinente alle vacche o quello letale per gli esseri umani.

  Quello che mi fu chiaro, è che una volta che il sistema immunitario avesse riconosciuto, ed in un certo senso "registrato" un virus pericoloso, sia inoculato volutamente, sia preso incidentalmente, per tutta la vita si sarebbe stati al sicuro. Ora non capisco come sia possibile che dopo centinaia e centinaia di anni, se non addirittura milioni, il meccanismo immunitario, che naturalmente ci protegge quando attivato, abbia improvvisamente esaurito le sue funzioni e capacità. Sembrerebbe che da un paio di anni a questa parte improvvisamente, ed a quanto pare all'unisono, il sistema immunitario di tutta la popolazione mondiale abbia abdicato alle sue funzioni, lasciandoci come unica àncora di salvezza dei preparati medici, ottenuti in parte con delle manipolazioni genetiche, la cui sicurezza, ma qui dovrebbero parlare dei genetisti con le palle ottagonali, potrebbero anche essere in futuro foriere di spiacevoli effetti collaterali; in cose come queste anche un lieve dubbio andrebbe preso sul serio.
  C'è poi la questione degli anticorpi. Giornalisti che forse si intendono più di sport che di medicina, ripetono a macchinetta che gli anticorpi scompaiono dopo breve tempo. OK, questo è vero, perché una volta che siamo guariti, grazie ai nostri anticorpi e non grazie al vaccino (che ne ha solo sollecitato la produzione) questi, dal nostro corpo, vengono ritirati dalla circolazione. Detti giornalisti non aggiungono una frase che dovrebbe essere d'obbligo —sempre per come ho capito io questa storia di virus, vaccini ed anticorpi— e cioè che in caso di nuovo contatto il nostro sistema immunitario va immediatamente in allarme e non dà al virus neanche il tempo per rifiatare.
  Io il covid me lo sono beccato a gennaio del 2020, quando ancora andavamo in giro ignari ad assembrarci ed a sputacchiarci allegramente addosso. Ho passato alcuni mesi tremendi e ne porto ancora addosso fastidiosissime conseguenze; ovvio che io non posso in alcun modo essere negazionista: il virus esiste e fa un sacco male, ve lo garantisco io.
  In vari casi particolari ha effetti letali, anche questo è vero. Ma anche qui c'è un ma, ma guai a chi vi accenna soltanto. Con i cervelli passati in varecchina attraverso televisioni, radio e giornali è difficile esprimere in pubblico dei dubbi, anche se tenti di argomentare in modo preciso e pulito, portando documenti, bibliografie e quanto altro possibile. Uno studio statistico molto ampio fatto da un gruppo di università americane (cercate in rete), ha portato ad una conclusione molto interessante. Differentemente da "normali" virus influenzali, il covid-19 non attacca sistematicamente solo una parte o una funzione corporea. Avete presente le influenze che avete passato nella vostra vita? Una volta sembra un raffreddore, un'altra volta l'intestino fa di tutto e di più, qualche volta becca le ossa eccetera eccetera. Il covid-19, come è stato descritto nella relazione dello studio appena detto, praticamente entra dalla porta e poi apre porte, finestre, serrande ed abbaini a qualsiasi patogeno. A chi una, a chi due a chi tre e più sintomi danno un gran da fare, in prevalenza polmoni ed articolazioni, ma comunque con dolori e problemi sparsi, come ad esempio diverse infiammazioni. Chi non è perfettamente in salute ci può rimettere facilmente le penne. Questa cosa ha un significato ben preciso: una volta infettati non è il virus che va combattuto, ma bensì gli effetti delle singole affezioni facilitate dal virus. Questo significa che, detta in modo semplice semplice, si devono curare con anti-infiammatori, antisettici, antibatterici generici e quanto altro utile ed opportuno nei vari casi specifici. Potrebbero essere molto utili insomma, e non capisco perché i no-vax non lo dicano mai, anche gli sperimentati sistemi della nonna, tipo latte caldo col miele e simili oppure una bella aspirina.
  Dette queste cose, se le mie parole avessero un gran peso, mi sarei già guadagnato il plotone di esecuzione. Io resto convinto che essendomi già beccato il virus non ho bisogno (più) di un vaccino. Io vedo in giro molta isteria, grande confusione, bassi istinti in libera uscita ed affermazioni pubbliche molto discutibili da parte di alte cariche.

Spero che passi presto questa nottata.