martedì 19 dicembre 2017

Marcellino e l'Utopia

Il neo-presidente dell'Assemblea regionale siciliana Micciché neanche insediato spende subito tenere parole a favore di Marcello Dell'Utri al quale non è stata concessa la scarcerazione per motivi di salute: "Inaudita cattiveria da parte di qualcuno che si arroga il diritto di essere Dio". Certo, sembra di stare all'asilo, dove si trovano di solito i buoni e i cattivi, dove le idee sull'ordine sociale sono ancora approssimative e dove la religione può essere liberamente interpretata. Una affermazione del genere non dice "Il signor Dell'Utri è innocente e io lo posso dimostrare" ed ancor meno accenna ai motivi per i quali dell'Utri si trova in cattività.
  Come noto a gran parte degli italiani, escluso evidentemente Miccichè, il povero Marcellino è stato condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Se li dovrà fare tutti, non essendo immacolata la sua fedina penale e dovendo ancora essere processato per altri reati. In particolare, e la notizia è di pochi giorni fa, è stata chiusa l'indagine sui libri antichi rubati e ritrovati in parte in suo possesso, illegittimo naturalmente, e non "di sua proprietà" come ci vorrebbero far credere le veline d'agenzia ripubblicate da più giornali. L’inchiesta era nata a Napoli dalla vicenda del saccheggio della storica biblioteca dei Girolamini, dalla quale furono sottratti migliaia di volumi, molti dei quali di inestimabile valore.
  E parto da qui per vedere un po' più da vicino la questione relativa al traffico illegittimo di beni culturali ed artistici legato alle attività della grande criminalità organizzata di livello internazionale.
  La sconcertante vicenda del barbaro saccheggio della biblioteca partenopea ha fatto venire a galla un fenomeno che va avanti da molto tempo e del quale la stampa non ha mai parlato, ritenendo probabilmente che il furto di libri sia una cosa da poco.
  Ci sono libri che valgono migliaia e migliaia di euro, e per questo motivo accaparrarsene un bel numero gratuitamente è di grande convenienza economica, mi pare, specialmente se poi si vendono, mettiamo: in Germania, e si sono così esportati senza colpo ferire ingenti somme all'estero.
  Ma un volume di piccole dimensioni e di peso esiguo, che vale 10.000 o più euro, può essere comodamente dato in pegno o garanzia, mettiamo il caso, per l'acquisto di una partitina di droga sempre all'estero, senza lasciare tracce scritte o telematiche. Se la merce ha un valore maggiore, funziona benissimo un quadro antico o addirittura una statua proveniente da scavi clandestini dell'Italia meridionale. Tempo fa nel covo di un capo dei "narcos" sudamericano furono ritrovati, oltre a qualche quintale di mazzette di dollari ed altre valute, diverse opere d'arte tra cui anche una statua antica palesemente di provenienza illegale italiana.
  Cosa c'entra Dell'Utri con questo fatto? Direttamente niente —sappiamo tutti quante cose accadano ad insaputa di distinti personaggi italiani— ma tra le notiziole secondarie che infarciscono le sopraddette veline d'agenzia, c'è la storia di una copia estremamente rara dell'Utopia di Tommaso Moro, proveniente dalla Biblioteca dei Girolamini, della quale si sa per certo che fosse transitata dalla preziosa raccolta di libri del Senatore Dell'Utri, trasformata in prestigiosa fondazione. Certo Marcellino ha sempre sostenuto e continua a sostenere contro ogni evidenza, di non aver mai saputo che i libri in suo possesso fossero rubati, ma quando gli fu chiesto, visto se ne aveva contezza certa, che fine avesse fatto l'Utopia, si è difeso dicendo che tale volume era misteriosamente scomparso durante un trasloco di una parte della sua biblioteca. 
  Una questione che si fa ancora fatica a capire è come una persona da un curriculum come quello di Marcellino potesse diventare un accanito bibliofilo. Egli, come ognuno può leggere in rete, nacque nel 1941 a Palermo. Dopo la maturità andò a Milano. Qui conosce Silvio Berlusconi del quale diventa dopo laureato segretario, e al tempo stesso allenatore del Torrescalla. Dopo si sposta a Roma, dove dirige il Gruppo Sportivo Elis per conto dell'Opus Dei, una bella frequentazione. Prosegue la sua carriera nella Edilnord da cui si dimette nel 1977, per lavorare presso la Inim di Filippo Alberto Rapisarda, un'azienda che la Criminalpol definisce "società commerciale gestita dalla mafia utilizzata per riciclare denaro sporco". Seguono Publitalia e la nascita di "Forza Italia".
  La sua bibliofilia potrebbe trovare spiegazione in una questione di immagine e prestigio. Una persona che conta, un appartenente alle alte sfere, un principe insomma, deve essere appassionato d'arte e possedere una biblioteca importante. Da esempio potrebbe avergli fatto lo stesso Berlusconi, il quale in una sua lettera di presentazione scritta rigorosamente in terza persona per richiedere al Ministero del Lavoro la nomina a Cavaliere scrisse di se stesso: "… Amante dell'arte, possiede un'importante collezione di dipinti del Cinquecento e del Settecento. Sono molti coloro che per il suo dinamismo e la sua concretezza lo paragonano a Rizzoli, ai Mondadori. Dotato di un'eccezionale carica umana e di un'istintiva simpatia, è un trascinatore di uomini, è un grande realizzatore".
  Per gestire una biblioteca come la sua Marcellino aveva bisogno di costituire una fondazione, che noi immagineremmo composta nei dirigenti e nei membri del consiglio di amministrazione di persone esperte d'arte, storia e naturalmente biblioteconomia. Tali soggetti sono elencati nel "colophon" della rivista ufficiale della fondazione, e vedere chi siano può forse aiutare a capire meglio tante cose.
  A parte alcuni, sembrerebbe trattarsi di illustri sconosciuti. Anche una rapida ricerca in internet getta invece una luce interessante su questa bella foto di famiglia.
  • Adreani, Giuliano - Ha operato per oltre quarant’anni nel mondo della comunicazione pubblicitaria e televisiva, prima alla Sipra (RAI) come direttore generale, poi da amministratore di Publitalia ’80, concessionaria pubblicitaria delle reti televisive del Gruppo Mediaset. È inoltre consigliere Delegato di Mediaset SpA, presidente di Digitalia ’08 Srl e presidente di Mediamond SpA ecc.
  • Confalonieri, Fedele - amico di infanzia di Silvio Berlusconi, al suo fianco prima come musicista di pianobar sulle navi da crociera, quindi nell'avventura televisiva. È presidente di Mediaset, consigliere di amministrazione della Arnoldo Mondadori e del quotidiano Il Giornale.
  • Doris, Ennio - Amministratore Delegato di Mediolanum S.p.A., Presidente di Banca Mediolanum S.p.A., consigliere di Mediobanca S.p.A, Banca Esperia S.p.A, Fondazione San Raffaele del Monte Tabor. Ridicolo testimonial di se stesso con gli spot pubblicitari della Banca Mediolanum, ama lavorare particolarmente con banche all'estero. Fu lui a far nascere la società "Programma Italia" in tandem con Silvio Berlusconi.
  • Pierotti Cei, Fabio - Già amministratore della Fernet Branca e poi della Fondazione Cariplo, coinvolto in una intricata vicenda di compravendite di quote societarie della Fernet Branca, una sorta di gioco delle tre carte per far sparire diversi milioni di euro, costatagli una condanna a due anni di reclusione.
  • Pravadelli, Fulvio - Ex consigliere delegato per l'area amministrazione e finanza di Publitalia '80, condannato a due anni nel processo sul crac del gruppo Hdc di Luigi Crespi (sondaggista di Berlusconi)
  • Ratti, Miranda - La signora Miranda Ratti non è altri che la moglie di Marcello Dell'Utri, anche lei coinvolta in qualche vicenda giudiziaria e storie di riciclaggio.
  • Tognoli, Carlo - Esponente di spicco del Partito Socialista Italiano di Craxi, fu Sindaco di Milano, Ministro del Turismo e naturalmente coinvolto in Tangentopoli. Dal 2005 al 2009 è stato alla presidenza della "Fondazione Ospedale Maggiore di Milano", nominato dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.
  • De Tomasi, Angelo - Dottore commercialista, uomo di Publitalia e Mediaset, pur essendo un uomo del mondo della finanza è segretario in un istituto prettamente culturale...
  • Frattini, Achille - Teste nel processo contro Berlusconi sulla compravendita dei diritti TV Mediaset, dottore commercialista, nel consiglio di amministrazione di Publitalia.
  • Polerani, Gianfranco - Dottore commercialista attivo nell'area berlusconiana tra Publitalia, Mondadori etc.etc.
  • Giampaolo, Francesco Antonio - Altro Dottore commercialista milanese
  • Lattuada, Ines - Per trent'anni segretaria di Dell'Utri, si dice fedelissima. È anche consigliere di amministrazione della International Marketing Group s.r.l.

  Come si vede, a parte dell'Utri, tutte persone che non sembrano avere come interesse principale la cultura con la C maiuscola, ma preferiscono occuparsi di finanza. C'è anche una persona che fa eccezione, un tal Carlo Carena, traduttore e filologo di alto livello.
  A complottisti e malevoli, amanti delle fake news naturalmente verrebbe spontaneo di dire che la fondazione è solo una copertura. Non sarebbe il primo caso, aggiungo io.
  Va ora detto, non a discolpa di Marcellino ma solo per capire come sia stato possibile il saccheggio dei Girolamini, che da quella biblioteca i libri di maggior valore già scomparivano prima del gran colpaccio. Secondo un libraio napoletano da me interpellato, i libri trafugati all'ombra di Marcellino non potevano essere tanti quanto detto dai giornali; sarebbe a dire che i furti andavano avanti già da molto tempo in modo discreto e lo scandalo era scoppiato perché gli ultimi avevano avuto la mano troppo pesante tanto da far scoprire il losco gioco.
  Nei giorni in cui uscivano i primi articoli sui giornali relativi al saccheggio di Napoli, io ero a Milano dove feci una visita esattamente alla Biblioteca di Dell'Utri, per consultare l'Archivio Malaparte lì depositato. Notai un grande nervosismo, assistetti a concitate telefonate e sentii parlare di una riunione "infuocata". Non sono un complottista, però… 
  Resto in tema di saccheggio delle biblioteche partendo da un altro episodio autobiografico che riguarda la Biblioteca Romana Sarti e l'Archivio della Accademia di San Luca, istituto presso il quale tale biblioteca è depositata. 
  Visitai per la prima volta l'Accademia di San Luca nel 1988 in occasione delle ricerche che feci per la pubblicazione di una breve biografia dell'incisore Lucio Quirino Lelli. Tra le varie cose chiesi anche di vedere un disegno dell'architetto seicentesco Tommaso Mattei, che conoscevo da una vecchia pubblicazione, ma non fu possibile. Ricordo che furono frapposte scuse, che momentaneamente non era possibile vedere l'originale e mi sottoposero solamente un catalogo a stampa con una pessima riproduzione del disegno e basta.
  Visitai in seguito la biblioteca, nella quale tornai un paio di volte per consultare alcune riviste ottocentesche che solo in tale biblioteca si conservavano complete. Parlai in tale occasione con una funzionaria, che si lamentò del disinteresse del Comune di Roma e della situazione generale in cui versava la biblioteca, mentre il dipendente che andava a prendere i libri in magazzino mi disse che praticamente faceva il volontario, dato che la sua vera funzione sarebbe stata quella di usciere. Fu lui che mi fece visitare alcuni magazzini, nei quali vidi le collezioni di riviste di cui in appresso.
  Attorno al 1993 dirigevo a Lanuvio un giornale locale e a scopo promozionale aderii alla richiesta di fare un banchetto di libri davanti alla sede del mio giornale in occasione del mercatino dell'antiquariato.
  Conobbi allora un mercante di libri usati, dal quale comprai qualche cartone di libri per allestire un banchetto. Il mercante mi disse anche che aveva intenzione di smettere la sua attività, ma restammo d'accordo che nel caso in cui avesse per le mani dei libri interessanti, mi avrebbe avvertito.
  Passò qualche tempo, ed un giorno mi telefonò dicendomi che aveva dei libri che di certo mi sarebbero piaciuti. Lo andai a trovare a casa sua a Cisterna di Latina, dove mi portò nel suo garage.
Quando vidi i libri, mi prese un colpo. Erano le rare riviste della Biblioteca Sarti che avevo visto pochi anni prima nei magazzini dell'Accademia di San Luca. Ripresomi dalla brutta sorpresa, decisi di trattare con lui un prezzo, per bloccare i libri e guadagnare un minimo di tempo, dandogli appuntamento al giorno seguente.
  Qui devo dire che ingenuamente avvertii immediatamente l'allora consigliere provinciale ed ex sindaco di Lanuvio Romeo D'Alessio (ora defunto), chiedendogli di informare immediatamente l'assessore alla cultura del Comune di Roma Gianni Borgna (anche lui nel frattempo defunto), essendo io convinto che la cessione di quei volumi fosse illegale. Immaginavo che Borgna, nella sua qualità di Assessore competente facesse recuperare i volumi e prendesse adeguati provvedimenti contro i responsabili. In effetti Borgna mi telefonò il giorno seguente e della telefonata ricordo che rimasi basito. Mi disse praticamente che era tutto a posto, che non mi dovevo preoccupare e che non dovevo fare assolutamente nulla. Io insistetti facendogli notare che l'operazione era illecita e che si trattava di un grave danno al patrimonio culturale del comune di Roma. Lui continuò a dire che era tutto in ordine, anzi, mi disse pure che io ero informato male e che lui aveva rilanciato le biblioteche comunali. Gli dissi che la Sarti non era una normale biblioteca comunale e che forse lo avevano preso talmente in parola, che avevano cominciato a lanciare i libri per strada.
  Visto l'esito della telefonata, decisi di avvertire il Nucleo Tutela, cosa che feci, e poi andai dal mercante per convincerlo a consegnare spontaneamente i libri. La cosa non fu facile, ma il giorno seguente portò personalmente i libri al reparto operativo. Il contatto con Borgna ebbe ancora uno strascico. Dopo qualche tempo incontrai il detto Romeo D'Alessio, il quale mi disse più o meno con tono di rimprovero: l'abbiamo sistemata quest'altra tua rogna. L'allusione si riferiva ad un furto di reperti archeologici appartenenti al Comune avvenuto nel 1979 (D'Alessio era allora in carica come sindaco) che lo stesso non voleva denunciare. Lo minacciai allora di denuncia per omissione di atti d'ufficio, e lui mi prese a spintoni e mi stava per buttare giù per le scale del comune. Due leoni di marmo medioevali li rintracciai in seguito a Firenze e furono recuperati dal Nucleo Tutela.
In seguito venni a sapere che tra dirigenti della Biblioteca Sarti e Borgna fecero carte false per "legalizzare" la cessione dei libri.
  Per anni non ho avuto più notizie relative a quella biblioteca, ma proprio pochi giorni fa ho avuto il gran piacere di leggere sui giornali la notizia di una inchiesta che ha rivelato il sistematico saccheggio dei beni dell'accademia di San Luca e della Biblioteca Romana Sarti da parte di una cricca di sciagurati. Spero che vadano presto a processo, che si scoprano tutti i retroscena e che si faccia finalmente ordine nel settore dei beni storici e culturali di Roma. Questi manigoldi dovranno anche rendere conto dei volumi sottratti illegalmente e che tentai di far recuperare; per fortuna in tale occasione i Carabinieri stilarono una precisa lista dei volumi e non potranno dire di non ricordare. Auguro insomma al PM Dottoressa Laura Condemi buon lavoro e vorrei anche esprimere tutta la mia gratitudine ai militari del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Roma e per loro in particolare al Maresciallo Domenico Cecon che ha seguito il caso con gran competenza e tenacia, e va detto, tanto coraggio, veramente necessario se si indaga su persone che hanno molti santi protettori in paradiso, legati agli ambienti paludosi del malaffare politico.
  Non è comunque detto che quando inizierà il processo ci sarà una particolare attenzione da parte della stampa. Anche un altro caso, per il quale il maresciallo Cecon ha lavorato praticamente giorno e notte, il processo non fece notizia e ci mancò poco, che documenti storici sottratti dall'Archivio di Stato di Roma tempo fa venissero restituiti alle persone che li detenevano illegalmente. Ma questa del saccheggio dell'Archivio di Stato di Roma è un'altra storia che magari racconterò un'altra volta, nella speranza che interessi a più di tre persone. Lo farò, perché vorrei che sempre più persone si rendano conto di quanto grave è la situazione del nostro patrimonio culturale e quanto sia urgente fare qualcosa per fermare la mano dei delinquenti, molti dei quali "cittadini insospettabili" (o forse meglio non sospettare se non si cerca rogna).
  Spero che la rinascita culturale del nostro paese non sia un'utopia.

lunedì 11 dicembre 2017

Film e fame nel '43

Nei nove mesi di occupazione tedesca di Roma, durante gli allarmi aerei, si era costretti a stare per ore seduti senza far niente (e naturalmente senza tablet, telefonini e portatili) ed ogni mezzo era buono per ammazzare il tempo. Tema principale era naturalmente l'alimentazione scarsissima. Nacque così il gioco di abbinare al titolo di un film qualcosa che avesse a che fare col mangiare. Col tempo qualcuno prima o poi ci si metteva a raccoglierli ed a batterli a macchina e venivano distribuiti di rifugio in rifugio.
  Mia madre non fu da meno, e si ricopiò la lista a macchina, per distribuirla a parenti ed amici fidati; fortuna volle che un esemplare si è conservato e penso meriti di essere pubblicato.
  Quasi tutti i titoli dei film sembrano inventati, visto che nessuno se li ricorda più, fatta eccezione per google, dove se ne riescono a rintracciare un buon numero. Qui di seguito alcuni titoli abbinati ai generi tesserati:
- L'orribile verità è un film del 1937 diretto da Leo McCarey, interpretato da Irene Dunne e Cary Grant, tratto dalla commedia teatrale di Arthur Richman.
- Lasciateci vivere! (Let Us Live) è un film del 1939 diretto da John Brahm. È ispirato alla storia vera di due tassisti che erano stati riconosciuti da alcuni testimoni come due dei tre assassini di un uomo. I due vennero arrestati e, solo dopo molte vicissitudini, rilasciati.

- Orizzonte perduto (Lost Horizon) è un film del 1937 diretto da Frank Capra, tratto dall'omonimo romanzo di James Hilton.
- Bionda sotto chiave è un film del 1939 diretto da Camillo Mastrocinque, su di una sceneggiatura di Cesare Zavattini.
- Tormento (Die Nacht der Entscheidung) è un film del 1931, diretto dal regista Dimitri Buchowetzki.
- Abbandono è un film di genere drammatico diretto nel 1940 da Mario Mattoli.
- L'inafferrabile (Spione) è un film muto del 1928 diretto da Fritz Lang
- Tutta la città ne parla (The Whole Town's Talking) è un film del 1935 diretto dal regista John Ford.
- L'ultima passione è un film del 1936 diretto e sceneggiato dall'austriaco Willi Forst
- L'esiliato è un film drammatico del 1935 diretto da George Schneevoigt
- La straniera è un film del 1930 diretto da Amleto Palermi e Gaston Ravel.
"L'orchidea rossa è un film tedesco del 1938 diretto da Nunzio Malasomma

Un caso sensazionale. (Sensationsprozess Cassilla) è un film del 1939 diretto da Eduard von Borsody

giovedì 7 dicembre 2017

Famo a capisse, verdammt nochmal!

Pochi sanno cos'è la compitazione, ma se dico "spelling italiano" forse quasi tutti capiscono di cosa stia parlando. Io l'ho usata moltissimo quando mandavo i miei pezzi al giornale per telefono ai dittafoni, quasi una quarantina di anni fa; era infatti obbligatorio per i corrispondenti ripetere i nomi con quello che veniva anche chiamato "alfabeto telefonico".
  Oggi, che con un click si spedisce un testo già pronto e digitalizzato per metterlo subito in pagina senza passare dal piombo, la flano, il tavolo di montaggio o altre diavolerie, la compitazione è una pratica desueta tra i giornalisti ed altri comunicatori.
  È rimasta pane quotidiano solamente tra i piloti civili e militari, i quali però, indipendentemente da lingua e nazionalità usano il codice NATO, detto anche ICAO (dall'acronimo di International Civil Aviation Organization). Eppure a volte ne avremmo bisogno anche noi comuni mortali, specialmente se dobbiamo comunicare con degli impiegati pubblici o privati ed evitare assolutamente errori di nomi di persona, indirizzo o codice fiscale.
  Ora fare lo spelling col codice NATO ad un impiegato delle Poste, specie di quelli di ultima generazione (che sembra a volte siano capitati al loro posto solo per caso), questi ti guarderebbero strano se incominciassi ad elencare nomi come Charlie Oscar Golf Lima India Oscar November Echo. Ma va detto anche che può capitare, che l'impiegata del catasto, dell'agenzia delle entrate o qualche altra tappa del nostro calvario di cittadini si senta elencare apparentemente a caso i nomi di città italiane possa non comprendere al volo.
  Mi è successo qualche giorno fa, quando appunto in un ufficio pubblico declinando le mie generalità che la suddetta doveva digitare sul suo terminale mi sentì dire di seguito Corrado Livorno Ancona Milano Palermo Empoli; dopo Milano si era bloccata e mi si era messa a guardare con un enorme punto interrogativo in volto. Dissi solo "Il mio cognome", e di colpo si risvegliò dall'ipnosi e mi chiese se potevo per cortesia ripetere.
  Posso per esperienza dire che per gli italiani che vivono in Germania lo spelling è di vitale importanza. Per motivi a me ignoti e che andrebbero indagati da neuropsicologi o psicolinguisti, gran parte degli impiegati tedeschi hanno delle insormontabili difficoltà a capire e poi scrivere nomi e cognomi italiani. Chi si chiama Giuseppe lo sa benissimo. In Germania il suo nome diventa Guiseppe e non c'è verso di farglielo scrivere correttamente, a meno che non si faccia appunto lo spelling con tono perentorio ed anche un po' minaccioso.
  Tempo fa vidi ad un mercatino delle pulci un baule militare, nel cui interno del coperchio qualche fantaccino tedesco aveva trascritto le parole magiche del suo alfabeto telefonico.
Per fare dunque cosa utile a tedeschi ed italiani riporto qui di seguito prima la versione italiana, almeno quella che mi ricordo io e che usavo con i giornali per i quali ho lavorato tanti anni fa, ed appresso la versione tedesca, quella trovata al mercatino, che mi ero trascritta su di un foglietto che ho ritrovato stasera rimettendo a posto la mia scrivania.

Versione italiana

Ancona
Bari
Como
Domodossola
Empoli
Firenze
Genova
acca
Hotel
Imola
Jolly
Kursal
Livorno
Milano
Napoli
Otranto
Palermo
cu
Roma
Savona
Torino
Udine
Venezia
vu doppia
ics
ipsilon
Zara

Si noti che alcune lettere, specialmente se "esotiche", vengono semplicemente chiamate per nome; se in un nome o altra parola capitano delle doppie non si ripete il nome della città, ma si dice, ad esempio per Corrado, "doppia Roma".

Versione tedesca

Anton
Ärger
Berta
Cäsar
Charlotte
Dora
Emil
Friedrich
Gustav
Heinrich
Ida
Julius
Konrad
Ludwig
Martha
Nordpol
Otto
Ödipus
Paula
Quelle
Richard
Siegfried
Schule
Theodor
Ulrich
Übel
Viktor
Wilhelm
Xantippe
Ypsilon
Zeppelin

A parte le vocali con le dieresi, in questo elenco troviamo due "S", dato che a volte tale consonante può  essere pronunciata in modo differente.

martedì 25 luglio 2017

A proposito di 25 luglio

   Tutti conoscono Gerhardt Rohlfs come esimio etnologo e linguista, filologo ed autore di vocabolari dei dialetti e delle alloglossie italiane, soprattutto di quelle grecaniche, ma pochi —se non nessuno— sanno che fu anche un nazista modello, informatore della GESTAPO specializzato in cose italiane, persona che odiava profondamente il popolo che parlava ancora dialetti di lingue classiche ritenute morte che lui studiava con tanta passione. Forse  Rohlfs era spinto dal fatto che invidiava gli italiani, ritenuti inferiori perché troppo cattolici, ma i quali avevano una lingua comune sin dai tempi della Divina Commendia, mentre lui si doveva accontentare di un creolo inventato da un megalomane monaco agostiniano alcolizzato, con la quale solamente Goethe e pochi altri moderni erano riusciti a dare prove di valore letterario.
Gerhard Rohlfs (da Wikipedia)
   Ho fatto questa premessa fuori dalle righe, perché non riesco a rendere con la mia traduzione il profondo odio anti-italiano che trasuda dal testo che mi accingo a tradurre, un rapporto sui fatti del 25 luglio inviato al RSHA (Reichs Sicherheits Haupt Amt - Ufficio centrale per la sicurezza nazista) da Monaco il 30 settembre 1943 da parte di Rohlfs:

"(…) In merito agli eventi del 19. 7. (primo bombardamento di Roma, il quale causò la prima critica virulenta avverso Mussolini) fino al 23.7. (Riunione del Gran Consiglio del Fascismo) e del 25.7. (Rovesciamento del governo del Duce) non posso dare relazione da testimone oculare, dato che sono stato di ritorno a Roma solamente il 6.8. per potermi rendere conto personalmente. Ad ogni modo ho raccolto numerose testimonianze attendibili. Mi permetto di rammentare alcune mie dichiarazioni contenute nel mio primo rapporto, credo del 28.10.42., nel quale esplicai la mia opinione in merito al Partito fascista: "Sarebbe l'ora che in Germania ci si tolga l'abitudine, di ritenere che il partito fascista abbia un modo simile al nostro di vedere il mondo (n.d.t.: nell'originale: weltanschaulich ähnlich) come il Partito Nazionalsocialista in Germania. Il fascismo non è altro che una messa in scena (n.d.t.: nell'originale: Theaterspiel). Questa era più o meno la mia frase, ma gli originali sono andati tutti distrutti col fuoco durante la mia permanenza estiva in Germania. Questa mia tesi ha trovato perfetta conferma nella notte tra il 25 ed il 26 luglio. Non ho comunque mai attribuito agli italiani del carattere, ma che un intero popolo fosse capace di esprimere una completa mancanza di dignità a tal segno, tanto da cancellare nell'arco di 30 minuti 21 anni di sistema fascista, non l'avevo nemmeno ritenuto pensabile. Nella stessa Roma solamente una formazione di Camicie Nere, il Battaglione della Caserma Parioli, si è rifiutata per tre giorni di riconoscere il Governo Badoglio; la sera del terzo giorno si è riconosciuta l'inutilità della resistenza ed hanno dichiarato la propria fedeltà.
Nella suddetta notte tra il 25.7. soprattutto nelle strade principali, la Via Nazionale, il Corso Umberto etc. ha regnato la confusione ed è fuor di dubbio, che sin dall'inizio elementi comunisti avessero le mani in pasta. Ciò è dimostrato anche dalla furia distruttrice sfogata contro emblemi fascisti, enti del Partito ecc. Ma che però più in generale una parte preponderante della massa degli italiani avesse intimamente già chiuso con il sistema lo si è visto dal trattamento riservato ad oggetti di ricordo o insegne del Partito, distintivi, ritratti di Mussolini ed altri: nel giro di 10 minuti dopo la diffusione della notizia delle dimissioni -alle 11.00 di sera- la Via Nazionale era ricoperta da uno strato di 10 cm di ritratti, busti, medaglie, che volavano dalle finestre accompagnati da bestemmie ed improperi e bastò un'ora, per far sparire i fasci littori da tutte gli edifici pubblici e del Partito. Lungo il tratto ferroviario Roma - Brennero si poteva leggere almeno 500 volte "Viva il Duce" o cose simili, al mio ritorno il 5.8. non trovai più neanche una scritta.
(Documento originale inedito tratto dal "Archiv MV" di Praga, fondo RSHA)

   A questo nazista modello in Italia sono state intitolate strade e piazze. Non credo sia però necessario cancellare il suo nome. In Italia de minimis non curamus, e ci teniamo di Rohlfs solamente le cose buone, alla faccia del suo odio.
Ancora una nota finale: quando Rohlfs dice che dalle finestre volavano: "… ritratti di Mussolini ed altri", tra questi "altri" c'era anche Hitler, ma non ebbe evidentemente il coraggio di metterlo nero su bianco.

lunedì 29 maggio 2017

Merkel prende la palla al balzo

Io non capisco tutti quei rappresentanti politici e giornalisti europei che sono preoccupati per il futuro degli Stati Uniti. Ma non li sentite che si strappano le vesti per come si sta comportando Trump? Quasi all'unisono invocano l'impeachment da parte del Senato oppure citano con dovizia di particolari articoli ed emendamenti della Costituzione USA, quando a malapena sanno cosa c'è scritto nella nostra di Costituzione. Ora che nientemeno il presidente americano mette in forse la NATO con le sue uscite estemporanee, invece di prendere la palla al balzo e fare qualcosa per liberarsi dai lacci e lacciuoli imposti al nostro continente da questa fraudolenta alleanza, che ci spinge a partecipare a guerre di rapina ed a bruciare somme inimmaginabili in armamenti inutili, stanno li a piagnucolare in difesa di questa "alleanza" senza un minimo di dignità.
La bevuta liberatoria di Angela (imm. ripresa da "die Zeit")
Una sola voce è fuori dal coro: Angela Merkel. Di ritorno da Taormina, sotto un tendone da birra —di quelli dell'Oktoberfest— nel corso di una manifestazione preelettorale ha detto testualmente: "I tempi nei quali potevamo affidarci completamente ad altri (cioè GB e USA) sono finiti da un pezzo. Ne ho fatto esperienza diretta negli ultimi giorni." Poi, accennando che comunque si dovessero mantenere rapporti di amicizia con americani ed inglesi dice né più né meno: "Noi europei dobbiamo realmente prendere il nostro destino nelle nostre stesse mani". La platea, composta da orgogliosi Bavaresi si è sciolta in una ovazione di diversi minuti. Questa scena è stata rilanciata e mostrata a ripetizione in tutti i mezzi di comunicazione e su molti tedeschi ha provocato una sorta di senso di liberazione. Questa è la prima volta che un politico, anzi, la prima volta che il massimo rappresentante politico della Germania dice quasi esplicitamente che americani ed inglesi devono terminare l'occupazione del continente seguita alla seconda guerra mondiale.
Questa mia ultima affermazione potrebbe sembrare esagerata, ma questi sono i fatti. Magari un'altra volta ve la spiego meglio.

domenica 29 gennaio 2017

Che fare?

Certo è fantastico quello che i telegiornali ci raccontano della riunione, o non so che razza di assembramento sia, in cui a Rimini stanno concionando gli amministratori locali del PD. La più divertente è la frase storica uscita più o meno così dalla bocca di Renzi: "Non abbiamo nessun problema con le prossime elezioni. Prendiamo il 40% e le vinciamo!"
   Mi viene il dubbio che sia stato abbandonato anche dal suo pusher di fiducia e sia passato a pericolosi psicofarmaci. È vero che col 40% vincerebbe le elezioni, ma non vede il problema principale, e cioè che se alle prossime elezioni, ammesso che ci arrivi integro, prenderà qualcosa attorno al 30% sarà grasso che cola. Potrebbe, in teoria (ma Renzi ci ha mostrato di non saper distinguere tra teoria e realtà), allearsi con qualcuno, solo che questo qualcuno non esiste e tutta la roba in giro con cui avrebbe potuto allearsi se l'è già presa.

Ambiente e terremoto

   A Rimini non si sentono solo vaneggiamenti, ma anche frasi sballate che danno un'idea di quanto stiano fuori di testa gli amministratori locali del PD. Tra i tanti problemi che questi peones della politica vorrebbero risolvere, cioè i problemi che loro stessi in gran parte hanno causato, c'è anche quello dei danni all'ambiente, ed ora cito testualmente, "causati dal terremoto".
   Ditemi come si fa ancora a prendere sul serio gente che è capace di dire in pubblico delle scempiaggini del genere! Lo sanno tutti che i problemi ambientali a livello globale sono causati dal nostro modello di vita basato sul tutto e subito a due soldi, senza guardare alle conseguenze.
   A livello locale poi, e qui entriamo nel campo di presidenti, sindaci ed assessori, i danni all'ambiente sono stati causati dal dilagare degli abusi edilizi, strumento di drenaggio di voti, terreno fertile per la più sfacciata corruzione ed illegalità oltre che parco giochi della peggiore criminalità organizzata. Il dissesto idrogeologico non è un flagello divino, un destino ineluttabile o un fenomeno inevitabile, ma il risultato di una gestione del territorio a dir poco criminale, della quale però nessuno vuol parlare seriamente, a parte qualche commentino demente rilasciato a telecamere accese dopo che un temporale leggermente sopra la media ha causato una devastazione da diluvio universale.
   Quanto sia pericolosa la devastazione urbanistico-ambientale del nostro ex Bel Paese ce lo ha mostrato la tragedia evitabilissima del "resort" sul Gran Sasso. Dovrebbe essere chiaro oramai, anche ai più ottusi, che l'abusivismo uccide. Di solito lo fa lentamente, ma questa volta, in uno scenario apocalittico, ha fatto in un colpo solo decine di vittime.

Storie che si ripetono   

Questa storiaccia dell'albergo della morte si potrà ancora ripetere in centinaia, ma che dico, migliaia di situazioni simili, grandi e piccole. La storia è sempre più o meno la stessa. In una zona non solo protetta, ma nella quale da secoli nessuno ci ha costruito per ovvi motivi, ti arriva un "imprenditore" che ha una idea brillante. Ne parla col suo amico sindaco, al quale ricorda di avergli dato aiuti di vario genere durante la campagna elettorale, e gli propone un progetto al quale non potrà dire di no! Un albergo in un posto bellissimo, per il quale si porterà in paese del lavoro, sia durante la costruzione, sia dopo l'inaugurazione e l'avviamento dell'attività.
   Certo, ci sono dei problemi, ma i problemi con un po' di buona volontà si possono sempre risolvere. Ad esempio la nota e comprovata pericolosità del luogo, della quale si parla ogni qual volta si riunisce una inutile commissione valanghe. Basta non convocarla più ed il primo ostacolo è superato. La fortuna poi ha voluto che in quel bel posto panoramico c'era una specie di baracca, vecchio ed inutile rifugio alpino, per la quale si poteva chiedere una ristrutturazione e saltare in questo modo a piè pari noiose trafile burocratiche, i soliti lacci e lacciuoli che danneggiano la nostra economia nazionale, specie quando si vuole erigere un nuovo edificio in una zona non edificabile.
   Una volta sistemate, come usano dire i nostri bravi amministratori locali, le carte, i lavori possono cominciare e vanno talmente bene, che sfuggono un poco di mano ed inspiegabilmente crescono cubatura, piani, accessori, appaiono inaspettatamente piscine ed impianti di vario genere, ma comunque il risultato è splendido ed anche i cittadini alla fine sono orgogliosi e sicuramente ridaranno il loro voto a questo bravo padre della patria che è il sindaco anche alla prossima tornata elettorale.
   Certo il mondo è crudele e pieno di gente invidiosa, anzi, di gente stupida che non vuole capire come va il mondo veramente, e denunciano ipotetici abusi e illegalità.
   Ma niente paura! Che ci stanno a fare bravi avvocati e, con un po' di fortuna, anche giudici dalle ampie vedute, che contro ogni evidenza alla fin fine stabiliscono che se reati ci stono stati, sono ovviamente prescritti, e che per altri fatti, secondo loro, in questo caso non costituiscono reato e poi bisogna pure tenere conto dell'utilità sociale ed economica e bla bla bla.
   Al più tardi dopo che si è spenta la eco dei mesti applausi durante le solenni esequie delle vittime, della questione si parlerà sempre di meno, e non si sentiranno nemmeno più quei rompiscatole che ogni volta approfittano per dire che è ora di farla finita con l'abusivismo.
   Il fascicolo è stato aperto immediatamente e la documentazione è stata racimolata in tempi da record, anche se poi le indagini saranno lunghe e delicate e perderanno di giorno in giorno sempre più l'interesse dei media e poi anche della gente. 

Basta abusivismo

   Ma cosa succederebbe se veramente si volesse farla finita con la devastazione del nostro territorio? Sarebbe ora troppo lungo sviscerare la questione, ma per far capire quanto sia difficile, dirò solamente una cosa che farà capire al volo.
   Il sisma non ha solamente distrutto edifici storici e centri urbani, ma ha fatto crollare anche migliaia di case, casette, villini ed obrobri edilizi abusivi. E già detto questo scoppia il coro che urla a piena voce: "Si, ma sono state sanate!". Sfugge a questa pletora il fatto che pur essendo state "sanate" non si annulli il fatto che siano state costruite abusivamente. Per questo motivo una volta crollate, non possono essere ricostruite, nel caso in cui vorremmo fare veramente qualcosa contro gli abusi e le illegalità.
   Cosa succederà invece? Andrà a finire che dalle casse dello Stato usciranno fior di soldi anche per far ricostruire le case abusive… a meno che…

Ci serve il DDT

   Io ho sempre dichiarato la mia simpatia critica nei confronti del M5S, ma sono arrivato alla conclusione che sono l'unico DDT che abbiamo a disposizione per scacciare in modo efficace i parassiti che si sono impossessati del nostro paese. Se poi non hanno esperienza, vuol dire che se la faranno. Non potranno mai fare peggio dei boia esperti. Passata l'infezione potrò poi di nuovo votare tranquillamente per il mio partito del cuore.