giovedì 3 febbraio 2022

Fake civitano d'annata

L'anello d'Enea, fake trecentesco
 Più di venti anni fa, internet stava ancora in fasce, pubblicavo "Il Giornale Locale" che aveva la sua redazione in Via Stampiglia, nel cuore del centro storico medievale di Lanuvio; per Lanuvio
pubblicavamo anche una piccola edizione locale. La redazione era su strada e la porta era sempre aperta a tutti. Tra i tanti mi venne un giorno a trovare il mio amico di data arcaica Sergio Simonella e mi chiese se volevamo organizzare qualcosa per i suoi alunni. Per me era un invito a nozze e la mia adesione fu immediata ed invasiva, nel senso che arrivammo ad organizzare una lezione estemporanea di giornalismo e tecniche di informazione direttamente. Il lavoro si concluse con la produzione di un fake che fu pubblicato sul giornale e la cosa ebbe un epilogo sorprendente. Tre ragazzi sveglissimi ed intelligenti si misero ad uno dei computer della redazione ed in men che non si dica tirarono giù un appello del sedicente "Movimento per la liberazione degli alunni oppressi". Dissi loro tra le altre cose che il loro testo doveva essere di 1800 battute e loro lo fecero di 1795.

Nella lezione a scuola parlammo anche di bufale e notizie distorte o addirittura false e quanto fosse difficile per le persone "normali" riconoscerle. La conferma di quanto detto fu immediata e sconcertante. Un altro insegnante presso la stessa scuola prese per buono quanto scritto sul mio giornale e mi chiese perché non denunciassi il suo collega. I tempi che stiamo attraversando sono già confusi per conto loro, ma se consideriamo quanto sia facile gabbare tante persone, non possiamo più meravigliare di nulla.


Qui appresso il testo originale dei ragazzi, che è tutta farina del loro sacco.

Egregio Direttore. 
a scrivere questa lettera sono due ragazzi frequentanti la classe quinta c della Scuola Elementare "Marianna Dionigi". 
Siamo stati incaricati dal resto della classe a rimetterti queste nostre lamentele poiché siamo gli unici in grado di farlo.
La nostra esperienza scolastica è quanto di più avvilente e mortificante si possa immaginare. Quando con i nostri genitori proviamo a raccontare quel che avviene nella nostra scuola, essi ci rimproverano dicendo che tali fatti li abbiamo letti su "David Copperfield" e sono ricordi di film come "Senza famiglia" e cose del genere. E invece è tutto maledettamene vero.
In classe nostra vige un clima da ceserma o meglio da galera. I bambini vengono puniti per le cause più banali. E che punizioni! Pugni in sesta, calci nel sedere, fustigazioni pubbliche sono cose quotidiane. Terribili sono le punizioni per chi non si assoggetta alle sue assurde pretese. 
Non ci crederete ma spesso alcuni di noi sono obbligati a mangiare i rifiuti della mensa che le bidelle raccolgono per alimentare il cane del bidello (Elvino). Altri sono obbligati a stare per ore in ginocchio sui ceci o in mancanza di questi su mucchietti di brecciolino, oppure, sui gusci di noce. 
Noi siamo costretti, giornalmente, a subire le terribili torture dal nostro maestro, come ad esempio: 
1) Ci costringe a fare 5 minuti di "SELF CONTROL prima della ricreazione (naturalmente sottraendoli all'ora ricreativa); 
2) Se a mensa non ci piace qualcosa, ci dà terribili punizioni e affligge con lunghissime prediche riferite alla sua infanzia. Non ne possiamo più delle storia sul calcio giallo che lui dice di aver dovuto ingurgitare da bambino;
3) Quando andiamo al bagno, ci deve per forza accompagnare (tanto per farci fare brutta figura davanti a bidelli e bambini
4) Ci ripete sempre -io sono un somarone- oppure -io so di non sapere- (che è l'unica cosa esatta tra quelle che dice). 
La cosa comunque più grave è a nostro avviso e la sua proverbiale ignoranza. Siccome è di LANUVIO crede che a scuola si debba parlare in dialetto: immaginate la nostra sorpresa quando lo abbiamo conosciuto. Noi che venivamo da ambienti lontani e probabilmente più civili abbiamo dovuto rassegnarci al suo volere, dimenticando le buone cose apprese in scuole vere o nelle rispettive famiglie. 
L'Italiano è per lui una lingua straniera, ma, non basta! Pretende di insegnarci anche l'Inglese che lui parla con uno slang di una non meglio identificata provincia americana o inglese. Forse sarà Irlandese? Chissà… 
E la musica…  non ne parliamo: chi mai senza conoscere alcunché ha tentato di insegnare qualcosa a degli allievi? Ebbene l'avete trovato, È LUI! 
Per lui il tempo è una variabile indipendente. Il solfeggio è inutile. Insomma, è un grandissimo somaro. 
Ma nonostante le sue torture ha anche il suo lato buono: fare il contadino e tornarsene alla sua terra che secondo noi è la Mongolia.

PS: la lettera è anonima per evitare sicure ritorsioni.