L'organizzazione nazista a Roma

Timbro dell'organizzazione
del Partito nazista in Italia
All'inizio degli anni trenta si affacciano in Italia i primi rappresentanti del partito nazista. I rapporti non furono subito tanto cordiali, pesando sempre la questione del Sud-Tirolo, per la quale nazionalisti tedeschi e pangermanisti pretendevano la restituzione. Il primo tentativo noto di creare a Roma una organizzazione del Partito Nazionalsocialista risale al dicembre del 1931, quando un incaricato speciale tiene presso la sede del Circolo tedesco in Via Zucchelli, dove si trovava allora la Scuola tedesca di Roma, una conferenza sul partito di Hitler. L'iniziativa ebbe scarso successo, sia per il poco entusiasmo mostrato dagli stessi membri della comunità tedesca, sia per la freddezza mostrata dal governo fascista italiano, che in quel periodo cercava di migliorare i rapporti con il Governo tedesco, ancora socialdemocratico, sia per non gettare ombre sul ritrovato rapporto con il Vaticano, il cui segretario di Stato Cardinal Pacelli, faceva di tutto per ostacolare i nazisti.
 Ulteriori difficoltà i nazisti le incontreranno da parte dell'ambasciatore Von Hassell, ultimo inviato a Roma dalla Repubblica di Weimar, pochi mesi prima della presa del potere da parte di Hitler, il quale era notoriamente antinazista e che cadde vittima della violenta reazione all'attentato e colpo di stato fallito del 20 luglio 1944. Anche quando i pochi tedeschi nazisti di Roma festeggiano il nuovo cancelliere nel febbraio del 1933, Von Hassell non si presenta alla cerimonia.
 Primo animatore dell'organizzazione nazista tedesca a Roma risulta un tal Willis, figlio di un gallese ed una cecoslovacca, cresciuto a Praga, definito da un rapporto della polizia politica italiana "ripugnante". Nonostante l'attivismo di Willis e dei suoi seguaci, la comunità tedesco-romana per qualche tempo prosegue la propria vita di sempre. Ad una riunione della colonia tedesca tenutasi a villa Wolkonsky, un informatore riferisce alla polizia italiana, che vi parteciparono poche persone e di queste pochissime avevano il distintivo del partito, che per giunta coprivano o toglievano una volta usciti dall'ambasciata. Paradossalmente era più nazista della gran parte dei tedeschi il medico di fiducia italiano, dottor Marchesani, germanofilo all'eccesso.
 Con il passare degli anni, fino allo scoppio della guerra le organizzazioni naziste a Roma comunque si espandono e rafforzano. A partire dal 1936 dispiegano sempre più mezzi, per mettere sotto il proprio controllo istituzioni tedesche già esistenti o per crearne delle nuove. Tenteranno pure di comprare una libreria tedesca, la "Radium" in piazza dell'Esedra. Nel 1937, appoggiandosi all'organizzazione delle comunità protestanti di lingua tedesca, iniziano, con grandi mezzi, la pubblicazione del mensile illustrato "Italien Beobachter".
 Agli inizi del 1938, dopo crescenti proteste da parte dei pochi nazisti residenti a Roma, ma soprattutto per screzi profondi con il governo di Berlino, Von Hassell viene richiamato e poi espulso dalla carriera diplomatica. Il 21 febbraio, in occasione di un incontro di commiato con i giornalisti tedeschi accreditati a Roma, fece dichiarazioni dure contro il governo centrale. Uno dei motivi, non ultimo, per i quali fu richiamato, riguardava la sua opposizione alle persecuzioni razziali, posizione per la quale nella colonia tedesca a Roma non era isolato, visto che addirittura diversi nazisti dichiarati non avevano spiccati sentimenti antisemiti. Ancora durante la guerra fu possibile ottenere per alcune famiglie ebraiche di Roma da parte di funzionari dell'ambasciata vitali lasciapassare.
Emil Ehrich, dal 1939 capo dei nazisti in Italia.
Dopo la guerra, come se niente fosse, fece
carriera nella Democrazia Cristiana tedesca.
 Si può dire che ormai alle soglie dello scoppio della guerra tutte le istituzioni tedesche esistenti a Roma erano state "nazificate", ma sempre impiegando grandi mezzi economici e materiali, come nel caso della Scuola Germanica, cui fu donata la nuova sede di Via Savoia, inaugurata il 22 giugno 1938. Gli insegnanti inviati dalla Germania erano tutti di provata fede, tanto che nel 1942 il direttore della scuola, un noto antinazista, fu cacciato, per aver ammesso alla scuola dei bambini ebrei.
 Con la guerra la colonia tedesca crebbe a dismisura, anche per l'arrivo di un numero crescente di militari, i quali inizialmente arrivavano camuffati da civili con regolari visti turistici. Nell'estate del 1938 l'organizzazione romana del partito nazista arriva a noleggiare al Lido di Roma due capannoni dello stabilimento "Rex".
 Avvicinandosi sempre di più il pericolo di bombardamenti da parte degli alleati, il governo italiano chiede l'allontanamento da Roma dei comandi militari, che nel frattempo si erano moltiplicati. Secondo un piano proposto dal Ministero della Difesa, il comando della Luftwaffe, l'aeronautica militare tedesca, si sarebbe dovuto spostare a Nettuno, mentre tutti gli altri uffici militari sarebbero dovuti andare a Fiuggi.
 Il 25 luglio bloccò tutto, e la situazione in un certo senso peggiorò. Fino all'annuncio dell'armistizio ci fu un vero e proprio caos, e ad un certo punto parve addirittura che l'esercito tedesco volesse ritirarsi completamente dall'Italia. Con l'8 settembre il ministero degli esteri mise a disposizione del corpo diplomatico e degli ufficiali dei vari comandi militari un treno speciale, col quale si trasferirono a Verona.
 A Roma rimase in quell'occasione solamente Kappler con i suoi uomini e si mise immediatamente all'opera per organizzare il comando di Roma dell'ufficio centrale per la sicurezza del Reich (Reichssicherheitshauptamt - RSHA) nel palazzo di Via Tasso dove sino ad allora esisteva solamente un ampio ufficio culturale.
 Roma diventa ufficialmente "Città Aperta", ma in realtà i comandi tedeschi non solo riprendono in pieno i propri posti, ma se ne trovano dei nuovi, andando ad occupare strutture dell'esercito italiano o stravolgendo edifici prima adibiti ad altri usi, come la sede dell'Accademia Tedesca a Villa Massimo, nella quale si insedia il comando dell'aeronautica. Per cercare di dare credibilità alla messa in scena della città aperta il comando tedesco occupa tutti posti di avvistamento del sistema antiaereo italiano, impedendo di fatto che potessero suonare le sirene con un anticipo utile. L'intera città viene trasformata in una immensa retrovia al sicuro dai bombardamenti alleati.
 Diversi uffici militari tedeschi mettono sotto il proprio controllo diretto tutte le attività cittadine. Tra le preoccupazioni principali si trova il rifornimento dei viveri, che il mercato nero solo in parte riusciva a coprire. Dopo l'annientamento della rete ferroviaria da parte dei bombardieri alleati, ogni giorno colonne di autocarri, sotto il comando di un sottufficiale tedesco portano in città farina e paste alimentari provenienti dall'Umbria e la Toscana. Vengono dirottati a Roma per questo servizio autocarri anche dal Nord, perché si considerava di estrema importanza strategica il mantenimento della calma in città.
 Con la Liberazione i comandi tedeschi abbandonano la città in modo abbastanza tumultuoso, e tra le persone che dopo nove mesi di terrore torneranno alla luce del sole si trovano anche diversi tedeschi, civili e militari, alcuni dei quali in seguito rimasti a Roma.
La comunità di tedeschi-romani si riorganizzò rapidamente e la parentesi nazista fu presto dimenticata, anche in virtù del fatto che i nazisti incalliti erano venuti dalla Germania solo in funzione politica e sparirono tutti dopo la Liberazione.


(Da un elenco degli edifici adibiti ad uffici militari germanici redatto dal 
Ministero dell'Aeronautica in data 23 luglio 1943 - ACS)

1) Via Borrelli 7-17
2) Via Alfredo Rocco 156
3) Via Poggioli 1
4) Via Mingazzini 16
5) Via Alfredo Rocco 3
6) Piazzale delle Provincie 8-11 (dep.)
7) Via della Lega Lombarda 13
8) Via della Lega Lombarda 17-21
9) Largo di Villa Massimo 1
10) Via Vesalio 6
11) Via dei Liburni 6
12) Via Lagrange 18
13) Circonvallazione Trionfale
14) Via Carlo Passaglia 4-12
15) Via Montesanto 27-33
16) Via P. Borsieri 8
17) Via Vignola 82
18) Via Ostiense 133 (dep.)
19) Via G. Bove 16-30
20) Via Porto Fluviale67 a
21) Via Cheren
22) Via Clitunno 24
23) Piazzale delle Provincie
24) Via dei Liburni 8
25) Via della Lega Lombarda 23 (autorimessa)

Alberghi

1) Esperia
2) Excelsior
3) Flora
4) Massimo
5) Plaza
6) Quirinale
7) Reale
8) Victoria
9) Vaccari
10) Universo
11) Eliseo
12) Nazionale
13) Diana
14) Igea
15) Nuova Italia
16) Rex

Pensioni

1) Pavia
2) Radossi
3) Adria
4) Alfa
5) Amalfi
6) Ancora
7) Brotski
8) Cherubini
9) Doddi
10) Dorica
11) Derber
12) Hallier
13) Moderna
14) Morgana
15) Moroni
16) Oltremare
17) Pellicione
18) Principe
19) Ricci
20) Roberti
21) Vicenza
22) Le Terrazze
23) Villa Brenta
24) Gioffre
25) Termini
26) Stazione
27) Raimondo
28) Adua
29) Nardizzi
30) Abussi
31) Di Pisa
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Segue elenco desunto da un Ordine del Generale Stahel in data 12 ottobre 43 
relativo ai capisaldi tedeschi stabiliti in Roma (Archivio Militare Federale)

1) Ambasciata, Capitano Teussen, 2. Reg Paracadutisti
2) Ministero degli Interni, Capitano Tannert, 2. Reg Paracadutisti
3) Stazione Radiofonica E.I.A.R. Via Asiago 10,un capitano del 2. Reg.  Paracadutisti
4) Cinecittà, idem
5) Caserma Principe di Piemonte (Granatieri) Oberstleutnant Schauenburg
6) Via Salaria 225/227, Hauptmann Seelig. SS-Pol. Rgt. 15
7) Hotel Città, Oberstleutnant Ohlhausen
8) Stazione Termini (assieme agli hotel Nuova Roma, San Remo, Diana, Universo e 
Torino), Hauptmann Wolle
9) Hotel Nuova Italia, Oberinspektor Härtle
10) Stazione Tiburtina, Hauptmann Wolle
11) Gioventù Italiana del Littorio, Kampfkomandant Knapp
12) Forte Braschi, Oblt. Dr. Schmidt-Burgk
13) Caserma Cavour, Oblt. Pfarner
14) Hotel Flora (assieme alle pensioni Elisabetta, Poggetti e Santa Katharina),  Oberst Jordan
15) Hotel Ambasciatori (Assieme alle pernsioni Frey e Ludovisi come anche l'abitazione adibita a comando del Generale Müller Via Piemonte 51)
16) Hotel Quirinale, Oblt. Rottmann
17) Caserma Macao, Oblt. Rattfann
18) Caserma Emilio Bianchi, Major Saggau
19) Caserma Regina Elena, Hauptmann Gebbe

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