L'unico atto di guerra del "tenente" Fritz Lampe


Non c'è proprio bisogno di ricordare cosa rappresentino per un appassionato di cose romane le guide, mare magnum bibliografico nel quale ci si perde facilmente, croce e delizia di chi per giunta è affetto da qualche forma di bibliofilia, patologia difficilmente curabile. Per tutta la vita si può rincorrere il sogno di possederle tutte. Ma non è possibile.Già sarebbe un bel passo avanti possedere tutte le edizioni notate da Schudt1, ma anche questo è un obbiettivo irraggiungibile. Ci si accontenta allora di scoprire che la guida di Roma appena acquistata non era nota a Schudt; una piccola soddisfazione! Ma il massimo del piacere possibile è rappresentato dal possesso di una guida di Roma in odore di "unicum" o che comunque paia essere di estrema rarità.
Non sto alludendo a qualche incunabolo delle famose "mirabilia" ed ancora meno ad una edizione di tempi assai lontani. Il prezioso "pezzo" è una guida di 38 paginette uscita a Roma nel 1942, della quale posseggo ben due esemplari, uno dei quali con dedica autografa dell'autore al sottoscritto:
"
Für Corrado: Pappis einzige Kriegstat - Zur Erinnerung".2
Il frontespizio aiuta a comprendere meglio il significato della singolare dedica:
"Blitzführer durch Rom für deutsche Wehrmachtangehörige - herausgegeben vom Deutschen General beim Hauptquartier der Italienischen Wehrmacht Rom unter Mitwirkung der Ortsgruppe Rom der Auslandsorganisation der NSDAP - Juli 1942".
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É dunque una "guida lampo" per i militari tedeschi che sempre più numerosi venivano a stazionare a Roma, fino alla tragedia del settembre del '43. L'opuscolo era in vendita a due lire, ma esclusivamente agli appartenenti alle forze armate germaniche e contiene oltre a brevi descrizioni dei principali monumenti, una serie di consigli utili e suggerimenti per muoversi all'interno della città. Lo scritto è accompagnato da graziose vignette di Fulvio Bianconi, un illustratore di origine veneta attivo in quegli anni a Roma.
Prima di esaminare più da vicino la "rarità bibliografica", credo siano necessarie alcune premesse. Anche se il frontespizio ci fa sapere che la pubblicazione avvenne in collaborazione con la locale organizzazione nazista, mio padre era tuttaltro che nazista, anzi si poteva vantare a buon diritto di non essere mai stato iscritto al partito, cosa che riuscì ad evitare con qualche stratagemma. In merito alle sue vicende politiche la minuta di una lettera che si conserva tra le sue carte è abbastanza illuminante4. Tale lettera fu uno dei tentativi fatti dalle persone più vicine, per evitare la prigionia in America a mio padre. Subito dopo l'arrivo degli americani a Roma si era sposato; pochi giorni dopo fu fermato dalla polizia militare alleata, e solo per il fatto che si trattava di un ex appartenente alle forze armate germaniche, fu arrestato e mandato in prigionia oltre oceano, una storia che andrebbe trattata a parte.
Fritz era arrivato a Roma una manciata di giorni prima dello scoppio della guerra come corrispondente di un giornale tedesco. "Venticinquenne arrivai a Roma - scrisse poi lui stesso in alcune righe autobiografiche - poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale da Lipsia, la mia città natale. Nei miei bagagli portavo i Wanderjahre di Ferdinand Gregorovius, con nel cuore il desiderio di emulare questo che è il più grande di tutti i corrispondenti tedeschi dall'Italia."
Con la guerra fu militarizzato, e divenne redattore della rivista per militari tedeschi stanziati nella penisola "Italienspiegel", per la quale scrisse anche gustosi articoli su Roma, oltre a realizzare delle fotografie che col passare del tempo hanno assunto un grande valore documentario. Per via della mansione che svolgeva - spesso veniva impiegato come interprete - ottenne il grado di "Sonderführer Z", che lo parificava al grado di sottotenente, anche se in realtà era solo caporale. Per tutti i conoscenti italiani, in particolare per gli uscieri del suo ufficio alle Quattro Fontane, lui era il "Signor Tenente".
Fu insomma "d'ufficio", che mise mano alla redazione del "Blitzführer", che compilò però nel modo spassoso ed originale del quale era capace. Non si tratta infatti di una semplice riduzione del famosissimo "Baedecker", arma preferita dai tedeschi per le loro invasioni in tempo di pace, ma di una specie di istruzione per l'uso di Roma per dei tedeschi turisti per forza e non per amore.
Il testo apre con la descrizione della situazione che un tedesco poteva trovare arrivando a Roma con le tradotte militari:
"La stazione centrale di Roma, che correntemente viene chiamata Stazione Termini e che sui cartelli degli Omnibus si chiama brevemente Ferrovia, attualmente è una questione poco chiara, dato che i lavori per la nuova costruzione vanno avanti a pieno ritmo."
La stazione Termini è anche il punto di partenza e di riferimento per un ampio giro della città da fare subito, appena arrivati. Nel giro vengono anche compresi luoghi che per i militari tedeschi erano di una certa importanza come ad esempio il "Deutsches Haus" che si era insediato al numero 54 di Via Margutta nei locali dell'ex Accademia britannica.Vi era annesso un ristorante tutto tedesco, che si andava così ad aggiungere alle birrerie, in parte ancora oggi esistenti, di Via Nazionale, Via Francesco Crispi, Via della Croce e Piazza Santi Apostoli.
Molto dettagliata è la descrizione dei mezzi di trasporto pubblico, ai quali sono dedicate quasi tre pagine. Oltre alla minuziosa elencazione delle differenti linee e dei luoghi che toccavano, non manca un piccolo glossario delle parole più importanti, come:
"permesso" = una parola di cui si ha assolutamente bisogno se si vuole andare avanti educatamente".
Qualche parola viene consigliata anche nel capitolo dedicato ai ristoranti ed alle trattorie, ed una di queste potrebbe essere utile ancora oggi ai tanti turisti germanici:
"Un uomo gentile aggiunge alla parola conto anche per favore. Dire solamente pagare è un modo maleducato."
La guida rapida non tralascia nemmeno dei consigli per lo svago serale, e ci elenca una serie di locali o tipi di spettacolo oramai scomparsi. I locali cinematografici col varietà allora erano il Brancaccio, il Quattro Fontane, il Bernini a Via Borgognona, l'Acquario a Via Flaminia, il Savoia nell'omonima via e La Fenice a Via Salaria.
I militari poi avevano ancora una possibilità di svago, rappresentata dal "Villaggio del Soldato", grande luna-park messo in piedi dall'O.N.D. al centro di piazza Vittorio.
Non è possibile dire quanto la guida di mio padre influì sul comportamento dei militari tedeschi a Roma o quanto servì loro per vedere la città non solo con l'occhio del conquistatore. A differenza di tanti altri suoi colleghi, mio padre si meritò un mandato di cattura per attività sediziosa firmato personalmente da Kappler, e per puro caso due distinti signori in impermeabile, la mattina del 7 settembre 1943, non lo trovarono a casa.Un amico potè avvertirlo del pericolo e riuscì a sparire dalla circolazione, un giorno prima dell'armistizio e della seguente battaglia di Porta San Paolo. Per lui la guerra era finita lì, e come spesso ripeteva con raffinata ironia a chi faceva domande stupide sui suoi trascorsi militari, lui l'aveva persa in ufficio.
Corrado Lampe

1Schudt, Ludwig. Le guide di Roma. Materialien zu einer Geschichte der Römischen Topographie unter Benützung des handschriflichen Nachlasses von Oskar Pollak. Wien - Augsburg, 1930. Si tratta del repertorio bibliografico specifico, fino ad oggi più completo, che descrive 1286 titoli. Comunque non è completo e non è per questo molto difficile trovare qualche edizione sfuggita all'attenzione dell'autore.

2"Per Corrado: l'unica azione di guerra di papà - per ricordo"

3"Guida lampo attraverso Roma per appartenenti alle forze armate tedesche, edita dal generale tedesco presso il quartier generale dell'esercito italiano a Roma, in collaborazione con il gruppo locale dell'organizzazione estera del Partito Nazionalsocialista"


4“Conobbi Fritz Lampe i primi di settembre 1943 come fidanzato della sorella di una mia cognata, e benché irriducibile antifascista, non ebbi difficoltà a concedergli la mia fiducia, ed insieme la mia amicizia, quando, dai diversi incontri avuti con lui, potetti apprendere le sue idee antinaziste, le sue simpatie per gli Alleati, e quando soprattutto, mi assicurò in modo categorico che mai avrebbe impugnato le armi contro questi.
Cosicché, quando essendosi dato disertore, espresse l'impellente bisogno di allontanarsi dai luoghi dove poteva essere ricercato e catturato, e mi chiese ospitalità, non ebbi difficoltà ad offrirgliela in casa mia; ospitalità che iniziatasi il giorno 11 di settembre 1943, si protrasse fino al 24 dicembre dello stesso anno, epoca in cui lascò casa mia per recarsi in quella della fidanzata, dovendo accingersi ai preparativi per lo sposalizio, avvenuto nel mese di giugno 44.
Non ebbi a pentirmene, poiché la sua squisita educazione, i suoi sentimenti, le sue idee innanzi tutto me lo facevano diventare sempre più amico carissimo. Anche quando dopo una perquisizione della polizia, che ci invase di sacro terrore, non rinunciai al sacrificio che mi ero imposto, avendo coscienza di fare cosa buona.
In quel periodo di forzata per quanto volontaria prigionia in casa mia, non aveva altra distrazione, durante le mie assenze per motivi di servizio, che radio Londra e qualche libro che gli veniva fornito da me, o dalla fidanzata, che spesso e col cuore in gola, nel timore di essere pedinata, veniva a trovarlo.
Posso provare - con documenti - di essere quello che più sopra ho dichiarato. Da essi risulta che sono un ex ammonito politico, e solo una numerosa famiglia mi salvò dal confino.
Ho fatto parte dei gruppi clandestini del Partito D'Azione, e sono attualmente facente parte del comitato direttivo del gruppo di quartiere a Monteverde Nuovo.
In fede Trulli Giovanni del P.D'AZ."
(Estratto dalla "Strenna dei Romanisti" 21 aprile 1991

1 commento:

  1. Carissimo, la guida di tuo padre è stata esposta ufficialmente qualche anno fa nella mostra organizzata dall'Archivio Storico Capitolino sulla Roma occupata. Non ho avuto modo di ringraziarti ma lo faccio adesso, visto che la copia esposta è un tuo dono alla nostra Biblioteca.

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