lunedì 20 giugno 2022

Biblioteca Nazionale o scusa fraudolenta?

Mi sono sempre espresso duramente contro Franceschini e la sua sciagurata "politica culturale" che non è altro che un micidiale programma di distruzione ed annichilimento sistematico del nostro patrimonio culturale. Ad esempio vorrei solamente accennare allo sfascio delle Soprintendenze ed al rimaneggiamento organizzativo di Musei, Istituti, Biblioteche ed Archivi che ha portato un caos ed arbitrio tale, da mettere in grave pericolo gran parte dei beni culturali italiani. Molte persone purtroppo iniziano a svegliarsi solo ora e dopo che è stato annunciato lo spostamento della Biblioteca Nazionale di Napoli dal Palazzo Reale all'Albergo dei Poveri si inizia a sentire qualche protesta. Si dice che sia una "idea" di Franceschini. Non può essere, Franceschini non ha idee, ma vede solamente opportunità, possibilmente lucrose, che si offrono grazie ai beni culturali, insomma, non a favore dei detti beni.
Stiamo dunque assistendo ad una levata di scudi contraria a questo spostamento della Biblioteca Nazionale e nessuno si indigna per un prossimo spostamento, ormai deciso definitivamente, di un nucleo molto importante di quadri del Museo di Capodimonte al Louvre di Parigi per i prossimi tre o quattro anni a venire; questa demenziale proposta è stata fatta, a quanto si dice, dall'attuale direttore di Capodimonte, un francese nominato da Franceschini. Il Museo resterà chiuso per dei restauri, secondo la versione ufficiale. Sono proprio curioso di vedere questi lavori di restauro che cosa comporteranno; devono essere profondi e radicali se richiedono addirittura la chiusura totale di più anni. Io in passato ho visto restaurare fior di Musei, senza che fosse stata necessaria una chiusura totale.

Ma torniamo alla Biblioteca Nazionale. Io non credo, come già accennato, che sia un'idea di Franceschini. Si devono essere mossi degli interessi importanti che premono per fare "qualcosa" con cui tagliarsi una bella fetta della torta confezionata con la scusa del covid. Dei libri non gliene frega niente. Proprio questa mattina, durante un programma mattutino di Radio 3 RAI un esagitato ascoltatore ha tuonato contro il trasloco della biblioteca, ma con un argomento che mi ha stupito: il grande palazzo di Ferdinando Fuga non è adeguato per una Biblioteca e si trova in periferia rispetto alla sede centrale del Palazzo Reale. Come se non bastasse, ha anche aggiunto che semmai si dovrebbe fare come Parigi (arieccoli i francesi!) e costruire una sede completamente nuova sull'area abbandonata delle acciaierie di Bagnoli. In riva al mare.
Una sala della Biblioteca Nazionale di Napoli
A parte che il Palazzo di Piazza Carlo III sarebbe più che indicato per metterci non solo la Biblioteca Nazionale, ma anche una serie di altre importanti biblioteche che sono da salvare —glielo potrei spiegare benissimo ma ci vorrebbe troppo tempo per questo poco spazio— e poi dire che l'Albergo dei Poveri si trovi in periferia è una affermazione cui si può dare credito solamente se non si vive a Napoli. Il Palazzo Reale dista dall'Albergo dei Poveri in linea d'aria circa tre chilometri e sta ancora in pieno centro storico, ben collegato con i mezzi pubblici e raggiungibile anche con l'automobile e con qualche prospettiva in più di trovare facilmente un parcheggio. Demenziale l'idea di costruire una biblioteca in riva al mare; non credo neanche ci sia bisogno di spiegare perché.
Ma allora che fare? La prima urgenza in assoluto per la BNN è il personale. Gli ultimi concorsi regolari per assumere del personale furono fatti una quarantina di anni fa. Poi furono immessi (non subito assunti) giovani laureati e laureandi organizzati in cooperative (in molti casi noti, previa iscrizione al PSI) in base alla legge 285/77 la quale testualmente promuoveva: “incentivare l'impiego straordinario di giovani in agricoltura, artigianato, industria, commercio, servizi, svolto da imprese individuali, associate, cooperative o consorzi e enti pubblici economici”. Greg e Lillo direbbero automaticamente BRA (braccia rubate all'agricoltura). Gran parte, o meglio, quasi tutti, sono ormai andati in pensione, cosa che ha avuto effetti devastanti in quasi tutte le biblioteche pubbliche. A Napoli ha portato alla chiusura dei laboratori interni di restauro, un servizio fondamentale ed insostituibile per una grande biblioteca nazionale. Ma anche molti servizi non funzionano più, anche perché si è ricorso ai ripari chiamando a rimpiazzare i posti scoperti da "lavoratori socialmente utili", la cui competenza biblioteconomica ed archivistica è universalmente nota. Sia ben chiaro che proprio molti di questi mostrano buon senso e responsabilità, ma sempre per grandi biblioteche o archivi non basta. Va poi detto, e molti non sanno o fanno finta di non sapere, che la Biblioteca Nazionale si trasferì nel Palazzo Reale solamente nel 1922, con la benedizione di Benedetto Croce, per fare spazio nella sede del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Va detto che il Palazzo Reale era molto meno adeguato ad ospitare una biblioteca del genere rispetto all'Albergo dei Poveri.
A questo punto vorrei porre in discussione una mia proposta. La Biblioteca Nazionale può, e sarebbe un bene, spostarsi per la gran parte dei fondi nell'Albergo dei Poveri (dopo una adeguata ristrutturazione in base a criteri biblioteconomici e non fantasie astruse di architetti che odiano i libri, come si fa di solito in Italia). Nel Palazzo reale dovrebbero rimanere l'Officina dei Papiri Ercolanensi, i vari fondi farnesiani, la collezione dei manoscritti ed altri fondi di appartenenza reale che si trovavano nel palazzo già prima del 1861.
Nella nuova sede di Piazza Carlo III potrebbero trovare nuova e comoda sede, con un miglioramento notevole del servizio, non solo gli altri fondi qui non contemplati, ma vi si potrebbero sistemare in modo degno la Biblioteca di Gerardo Marotta, che sta languendo chiusa in cartoni di banane assieme ad altre raccolte librarie molto importanti che rischiano seriamente di andare perse. Questa divisione non manometterebbe più di tanto la BNN, dato che comunque i potenziali utenti appartengono a fasce d'interesse diverse e non ne avrebbero alcun danno.
Molte cose ancora si potrebbero dire, ma c'è un'ultimo fatto che non va assolutamente sottovalutato e che meriterebbe una attenta indagine da parte di un serio giornalismo (e poi anche un pochino della Magistratura): non si capisce bene quale sia la vera destinazione d'uso dell'edificio e cosa veramente ci si possa fare. Se non esistesse questo problema, già da anni l'Albergo dei Poveri sarebbe stato trasformato in Hotel di Lusso, condominio per vip, centro congressi con spa e sauna finlandese o addirittura centro commerciale con tanto di pub, fast food e venditori di stracci preziosi.
Io temo che si stia alzando questo polverone solamente per inciuciare qualcosa che con biblioteca e libri non ha nulla a che vedere.

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