giovedì 16 aprile 2020

La guerra totale, anzi, virale (V)

No al Paperonismo! (V - seguito della quarta puntata)
  La questione del momento dunque è: Ma è guerra o non è guerra? Con tante similitudini si è effettivamente portati a rispondere affermativamente, ma tante altre domande resterebbero senza risposta. È il virus il vero nemico o dietro ad esso si cela qualcun altro? Chi sono i veri attori di questo conflitto? Chi sta dalla parte del virus? Per il momento non si capisce proprio.
  Torniamo dunque alle similitudini. Se ci troviamo in una guerra, allora di certo ci sarà un dopoguerra, ed i periodi postbellici sono tutti un programma. Prima constatazione: a pace fatta si rimischieranno le carte e tante cose cambieranno. Ma qua stiamo al primo problema: se una pace viene dopo che la parte vincente ha imposto a quella perdente un "trattato di pace", chi è chi?. Non riesco a vedere un microscopico organismo in grado di pagare i danni di guerra e terminare le proprie attività ostili. Da virus si sottrarrà abilmente dalla scena, scomparendo nel nulla come tanti altri suoi colleghi.
  Però, come mi pare inevitabile, qualcuno dovrà perdere ed altri dovranno vincere, altrimenti che guerra sarebbe? Donald Trump risolve splendidamente il problema e ci fa anche intuire come stiano veramente le cose. Ripete a spron battuto che siamo in guerra contro un nemico invisibile, cosa che gli offre la possibilità di attingere a strumenti politici che la costituzione americana prevede e concede solo, appunto, in guerra. Ma poi se la prende con la Cina e con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbe a dire con le Nazioni Unite, alias ONU. Un fatto enorme, senza precedenti, perché eravamo sempre abituati a percepire l'ONU come un docile strumento degli interessi economico-politico-strategici degli Yankee; basta pensare a quello che è successo, ed ancora è in atto, a Cipro, un fatto tanto grave e vergognoso, che nessuno ne parla per non mettere in imbarazzo USA e NATO. Anche in Europa a chiacchiere c'è il virus da una parte e tutti gli altri paesi dall'altra, ma la difesa viene fatta in ordine sparso e le ipotesi che girano relativamente al dopo, vedono fronti interni contrapposti che ci rimandano a bruttissimi periodi della nostra storia che nessuno ricorda più tanto bene, se non per sentito dire.
  Questi fronti interni bisticciano su come "ricostruire" e tutto ruota attorno a cifre spaventose di denaro, senza che qualcuno neanche accenni a cosa e come si intenda ricostruire. Il problema allora è l'economia ed il potere, inteso nella sua più brutale manifestazione. Anche qui Trump ci indica di cosa si tratta. Come un mantra ripete che gli Stati Uniti rappresentano il più grande sistema economico mai esistito al mondo e che dopo la guerra al virus sarà, per dirla con Petrolini, più bella e più superba che pria (Bravo! Grazie!). Se penso che la grandezza americana si fonda su ogni tipo di feroce sfruttamento e prepotenza, sono un po' preoccupato.
  Il problema dunque è da un'altra parte. Una volta sparito il virus e dunque finita la sedicente guerra, vedremo chiaramente quali erano le parti in campo e quali erano i motivi del contendere. Il virus ha solamente offerto uno scenario, un pretesto, per una resa dei conti che era nell'aria da molto tempo. In gioco non è la vita di "soggetti comunque a rischio" ma la sopravvivenza del genere umano, elemento del quale la terra può fare splendidamente a meno, come abbiamo tutti potuto vedere in questi giorni di pace per la natura, con fiumi e mari limpidi, uccelli che cantano ed ogni tipo e specie di bestie che scorrazzano per le vie e strade un tempo degli esseri umani, ora in ritirata.
  A voler semplificare al massimo, a voler portare tutto questo bailamme all'osso, la guerra è tra chi se ne frega del futuro e dell'umanità e chi vorrebbe che un'umanità veramente libera e capace di vivere in armonia con la natura potesse iniziare un nuovo corso della storia. Se vincono i primi siamo finiti e addio sogni di gloria, se gli altri, allora abbiamo qualche possibilità ed opportunità per un futuro migliore. In fondo di questo si sta parlando quando si parla dei fantastigliardi che servirebbero per "far ripartire l'economia" e "tranquillizzare i mercati".
  Tutti questi soldi servirebbero solo per arricchire ancora di più chi è già troppo ricco e non ha ancora abbastanza. Cambiando sistema economico —qui non è il luogo e non c'è lo spazio per entrare nei particolari— sono fermamente convinto che con molto poco potremmo ripartire con le nostre proprie forze. Mi torna qui alla mente la catastrofe immane dell'alluvione di Firenze. Mentre economistoni ed espertoni favellavano di tanti soldi e tempi lunghi, il piccolo grande sindaco della città del giglio, Giorgio La Pira, fece appello al buonsenso dei Fiorentini e li animò a partecipare tutti coralmente alla ricostruzione e diede un consiglio in particolare: fate girare i soldi. In pratica invitò tutti a spendere quello che potevano, per togliere soldi alle banche e darle ad artigiani e commercianti della città. La città si riprese in tempi da record e sono certo che funzionerebbe anche per l'Italia intera.
(V - segue)

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