domenica 26 aprile 2020

Ciao Bella Ciao

Ieri il canto di "Bella ciao" è risuonato per città, paesi, campagne, valli, montagne e pianure. Una canzone si sostituisce per un giorno all'inno nazionale, cosa neanche tanto grave, perché comunque si tratta di una canzone patriottica ed ha anche un testo più comprensibile dell'inno di Mameli. L'unica vera differenza sta nel fatto che se dell'inno conosciamo autore di testo e musica, di Bella ciao sappiamo poco, o meglio, sappiamo tanto, ma confuso ed anche abbastanza sbagliato.
  Si è detto e si continua a diffondere cose inesatte se non completamente inventate, fatti capiti male e riportati peggio, fanfaronate belle e buone e stupidaggini ridicole tanto per dire qualcosa di nuovo. Personalmente ho fatto ogni sforzo per sorvolare, per non farci caso, sopportando in solidale e complice silenzio le tante cavolate scritte in rete ed anche diffuse a voce. Ma quando ho sentito l'autorevole contributo di un esimio linguista addirittura su Radio 3 della RAI, che ho sempre ritenuto essere una rete seria ed attendibile, mi sono prima cadute le braccia e poi ha iniziato a salirmi dalle viscere una rabbia indomabile. Non so chi sia e non lo voglio nemmeno sapere, ma mi chiedo solo che senso abbia far parlare un, scusate il linguaggio marinaro, cazzaro del genere.
  Prima di fare osservazioni linguistiche totalmente inutili e fuori luogo, ha avuto la faccia di definire "Bella Ciao" un testo non divisivo.
  Si capisce chiaramente che questo chiacchierone, immagino che abbia addirittura una cattedra universitaria, non conosca, se non per informazioni di terza mano, il canzoniere partigiano. Ma andiamo per ordine.
  Innanzitutto oggi è facile spargere sciocchezze e falsare allegramente i fatti di 70/80 anni fa, visto che non c'è più nessun testimone, all'epoca adulto, capace oggi di rispondere per le rime a chi spara giudizi a posteriori. Se un partigiano avesse cantato quella canzone in una piazza dell'Italia occupata, sedicente Repubblica di Salò, durante l'ora dello struscio, come minimo sarebbe stato arrestato e portato nella più vicina caserma per essere pestato a sangue e poi, molto probabilmente, anche fucilato. Oggi la cantano tutti, pure le forze dell'ordine. Se uno invece oggi non la canta o ne parla male in pubblico, al massimo fa una brutta figura e in casi estremi, si becca una salva di pernacchi. Dunque anche Bella ciao, nel suo contesto originario, era altamente "divisiva", nonostante ricordasse più che altro una amorevole serenata o il lamento di una giovane amante tradita.
  Diceva Luigi Longo (personaggio troppo famoso per essere qui biografato), che nelle canzoni dei Partigiani combattenti:
"... non manca mai il ricordo dei caduti e il saluto alla mamma, commosso ed affettuoso, e quello alla fidanzata, allegro e fiducioso."
  Si trattava pur sempre di canzoni in uso in ambiente militare, anche se di una specie nuova. Lo sottolinea in modo molto chiaro l'etnomusicologo Roberto Leydi:
"Se gettiamo uno sguardo anche superficiale sui prodotti passati del nostro canto sociale a livello popolare vediamo che mai la guerra, prima della vicenda partigiana, trova eco positiva nella voce spontanea. Tutta la nostra storia è segnata dal doloroso lamento del soldato che un ordine del sovrano toglie alla casa, alla famiglia e al lavoro e comanda lontano verso un destino che non gli appartiene. Il contadino va a morire ma nessuno gli dice perché e per che cosa deve compiere questo sacrificio supremo. (...) Nelle canzoni del repertorio partigiano si afferma, per la prima volta, un sentimento nuovo, consapevole. È ancora la guerra, ma una guerra liberamente scelta, senza sovrani e senza generali."
  Tra le cose giuste e sensate dette sul nostro canto c'è l'evidente fatto che anche Bella ciao appartiene al filone di canzoni del folklore italiano riunite sotto al nome di "Fiore di tomba" nome ripreso da una diffusissima ballata le cui origini si perdono in tempi assai lontani. La cosa non deve stupire più di tanto, dato che gran parte delle canzoni militari spontanee, si intende qui quelle generate dalla truppa e non imposte dall'alta gerarchia, attingono a piene mani dalla tradizione popolare oppure riveste melodie di canzonette diffuse e famose con testi nuovi adattati alle contingenze della propria esperienza militare.
  Oggi Bella ciao è la più famosa canzone partigiana, diffusa addirittura a livello mondiale. All'estero è stata anche riciclata come canzone di protesta e viene elasticamente adattata ad ogni situazione di attrito sociale o malessere politico. Per un certo tipo di turisti tedeschi sulla Riviera riminese "Bella ciao" è anche la prima espressione messa in campo per tentare di rimorchiare una avvenente romagnola. Questo già si sa. Quello che non si sa è il giornalistico chi, dove e quando.
  Autore unico questa canzone non ne ha e non ne può avere, dato che è il risultato di un lungo processo di rimaneggiamento a cui hanno partecipato mille sconosciuti. Ne è anche prova il fatto che sono note versioni diverse nel testo, anche se di poco o punto conto. Si trova infatti "Una mattina mi son svegliato" oppure "Stamattina mi sono alzato". Un testo condiviso ed universalmente riconosciuto è quello dell'incisione fattane da Ives Montand all'inizio degli anni sessanta che poi diede il nome ad uno spettacolo presentato nel 1964 al Festival di Spoleto.
  Con Spoleto siamo arrivati anche al problema del dove. Ci sono degli estremisti che giurano che la canzone non sarebbe mai stata cantata durante gli anni della lotta, ma questa è un'affermazione che neanche merita una briciola di attenzione. Di certo era già nota e veniva già cantata da singoli gruppi di partigiani, ma non era di certo la canzone più diffusa delle centinaia facenti parte del repertorio partigiano. La canzone, si può dire l'inno, più diffuso era, piaccia o non piaccia, "Fischia il vento".
  Oltre "Fischia il vento", sempre secondo la testimonianza di Roberto Leydi, tra le canzoni più diffuse e cantate nei giorni della Lotta partigiana vi fu "Il partigiano" nel cui testo, con altre parole ed altre imagini, troviamo gli stessi elementi narrativi di Bella Ciao:.

Il bersagliere ha cento penne
e l'alpino ne ha una sola;
il partigiano ne ha nessuna,
e sta sui monti a guerreggiar.

Là sui monti vien giù la neve,
la tormenta dell'inverno,
ma se venisse anche l'inferno
il partigian riman lassù.

Quando scende la notte scura
Tutti dormono laggiù alla pieve,
ma camminando sopra la neve
il partigian scende in azion.

Quando poi ferito cade
non piangetelo dentro al cuore,
perché se libero uno muore
non importa di morir.

Ora ho il piacere di presentare qui una nuova prova incontrovertibile che questa canzone doveva essere per forza già conosciuta dai partigiani, specialmente da quelli che avevano alle spalle anche l'esperienza delle trincee della prima guerra mondiale. In quelle trincee confluì praticamente tutto il vasto repertorio dei canti popolari italiani, allora vivissimo e diffuso, ed avvenne un mirabile rimescolamento generale, un colossale remix, per dirla con una parola moderna. Molte di queste canzoni furono raccolte in un interessantissimo volume intitolato "Ta-Pum, canzoni in grigioverde". A pagina 114 troviamo "Stamattina mi sono alzata" di cui riporto qui la prima e le ultime due strofe:

Stamattina mi sono alzata
Un'ora prima che leva il sol
Che leva il sol
Stamattina mi sono alzata
Un'ora prima che leva il sol
(...)
E la gente che passeranno
dimanderanno cos'è quel fior
cos'è quel fior
tutta la gente che passeranno
dimanderanno cos'è quel fior

Quello è il fiore della Rosina
che l'è morta del troppo amor
del troppo amor
quello è il fiore della Rosina
che l'è morta del troppo amor.



  È evidente che la Bella ciao che oggi conosciamo fu ricalcata durante la Resistenza su questa canzone diffusa durante la prima guerra mondiale. Questo dimostra inequivocabilmente che non solo la canzone già era conosciuta durante la Resistenza, ma affossa anche la fantasiosa ipotesi che sarebbe stata mutuata da un canto di mondine.
  Questo blog qui è solamente uno sfogo e molte altre cose interessanti e poco note ci sarebbero da dire non solo su Bella ciao, ma anche su tante altre canzoni note e meno note.
Ringrazio per ora tutti coloro i quali sono arrivati fino a questa riga e li prego di condividere a più non posso.

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