sabato 18 aprile 2020

La guerra totale, anzi, virale (VI)

Propaganda (VI - seguito della quinta puntata)
  Guerra o non guerra, vediamo che gli avvenimenti straordinari causati in qualche modo dal virus, questo sconosciuto, sono accompagnati da una tempesta propagandistica. Basta guardarsi attorno, soprattutto attraverso le possibilità informative e comunicative della rete, che non ci si capisce più niente. Chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, è peggio delle ordinazioni di una cena al ristorante di una nutrita comitiva di ex compagni di classe.
  Si va dal virus strapotente che fa tutto da solo, ad un organismo che non sarebbe la causa ma solo l'effetto di una malattia misteriosa. È il grande momento dei complottisti, che vedono eventi eterodiretti da parte di alieni, governi ombra, combriccole di avvocati lobbisti delle case farmaceutiche, multimiliardari diabolici che vogliono sottomettere il mondo e l'inquinamento, soprattutto quello elettromagnetico che è comunque causa di tutti i nostri mali.
  Impressionante poi il coro degli esperti veri, sedicenti o presunti tali, i quali con forbito eloquio, montagne di dati venuti da non si sa dove e dotte citazioni non sempre verificabili si mandano accademicamente affanculo uno con l'altro. Un assurdo caos.
  Ma ancora una volta, come dice la Bibbia (Qohelet, 1,9), niente di nuovo sotto il sole. Anche poco più di cento anni fa, a prima guerra iniziata, con l'Italia ancora alla finestra, la Germania scatenò una tempesta propagandistica antiitaliana, la cui eco sembra udibile ancora oggi. Nel settembre del 1914 ne scrisse in merito il Corriere della Sera e l'articolo fu ripreso dalla rivista satirica socialista "L'Asino" sotto il titolo Come i tedeschi credono di influire sull'Italia:

  “È incredibile l'opera di propaganda che svolgono i Tedeschi in Italia. Non bastano le agenzie giornalistiche tedesche impiantate a Roma per inventare e diffondere notizie a vantaggio della Germania; non bastano i fogli, opuscoli, libri che dalla Germania inondano l'Italia. Anche tutti i commercianti e industriali tedeschi si servono dei loro rapporti di affari con ditte italiane per tentare di influire sulla opinione pubblica del nostro paese e di falsare la verità.
  Qualunque ditta italiana, qualsiasi privato cliente che si trovi, o si sia trovato, altra volta in rapporti d'affari con una ditta Tedesca, riceve ogni giorno una circolare nella quale, press'a poco, è detto:
«A causa della guerra abbiamo dovuto sospendere i nostri affari; ma ben presto li riprenderemo poiché la guerra cesserà con la vittoria completa della Germania. Sappiamo che in Italia i nemici della Germania diffondono false notizie sulle vicende della guerra, per far credere che la Germania si trova militarmente ed economicamente in cattiva posizione. Non dovete credere a queste notizie. Invece la Germania ha vinto tutte le battaglie, ed è padrona dei mari e dei suoi commerci, ed infliggerà una terribile sconfitta ai nemici che hanno voluto trascinarla alla guerra mentre essa voleva la pace…»
  Eccetera su questo tono.
  Ma da qualche giorno è cambiato anche il tono delle circolari commerciali-politiche provenienti dalla Tedescheria. Per esempio, la ditta Otto Reinsford di Lipsia, manda al suo rappresentante di Milano, signor Cillario una circolare, nella quale dopo aver parlato della sospensione completa dell'attività nella propria fabbrica, scrive: «… Fa un'impressione di stupore il fatto che l'Italia, malgrado l'alleanza, non conclusa certo per divertimento, ora che si tratta di mantenere la parola d'onore si ritiri vigliaccamente con delle scuse non plausibili. Noi ora ce la caveremo indubbiamente senza l'aiuto di tali spergiuri e vigliacchi, e speriamo, qualora l'Italia non cambi idea a nostro favore, che il Governo saprà fare i conti con voi… Questi sono i sentimenti che troncano ogni simpatia verso la vile e abbietta Italia».”

  Il foglio satirico infine ci mette anche del pepe suo:
“Perché la gente di Tedescheria ci considera come servitori infedeli. Consigliamo ai commercianti che ricevono circolari insolenti come questa, di rispondere come segue:
  «Spettabile Ditta,
A riscontro vostra in data… siamo tenuti a pregarvi che se vorrete mandarci altre circolari del genere, farete bene a stamparle da un solo lato e su carta più consistente, in modo che possano essere utilizzate per l'uso domestico cui evidentemente sono destinate. Quanto alle vostre dichiarazioni minacciose, possiamo assicurarvi che non ce ne importa un Kaiser».”

Le bolle di sapone della propaganda tedesca durante
la prima guerra mondiale; caricatura tratta da l'Asino.

(VI - segue)

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